Elogio del copiare: presentazione dei “giovanfalsi”
In questo contesto il “copiare” viene inteso come un mezzo particolarmente idoneo per imparare dai grandi e quindi per migliorare le proprie conoscenze e competenze. Vorrei qui ricordare e sottolineare che qualunque progresso umano, in qualunque area del sapere, parte necessariamente dalle conoscenze già acquisite e quindi disponibili.
Questa considerazione, che è ovvia e sistematicamente applicata nelle attività che si usa chiamare scientifiche o tecnologiche, viene di norma ignorata e spesso confutata nelle attività artistiche. È infatti assai diffusa l'idea che un artista (parlo più specificamente dei pittori contemporanei o comunque moderni, dato che in passato il duro tirocinio presso un Maestro era irrinunciabile) possa ripartire da zero senza tener conto e spesso ignorando quanto è accaduto in precedenza nel suo stesso settore di attività.
Su questa idea, che troppo spesso si trasforma in un comodo alibi per evitare la faticosa acquisizione di competenze, troppi pseudo-artisti ci marciano, contribuendo a rialimentarla ed a mantenerla in vita.
È certamente vero che all'artista sono permesse più discontinuità con il passato che allo scienziato o all'ingegnere, ma le differenze si fermano qui.
L'assimilazione critica e necessariamente faticosa dell'esperienza del passato è a mio avviso componente irrinunciabile di qualunque formazione e premessa necessaria per qualunque vero progresso.
I “giovanfalsi” traggono spunto ed ispirazione da opere di artisti grandi e meno grandi che ritengo particolarmente significative o che hanno attratto la mia attenzione. Nel copiare ho sempre inserito modifiche e variazioni rispetto all'originale che contribuiscono a personalizzare i “giovanfalsi” ed a differenziarli dai convenzionali e largamente commercializzati “falsi d'autore”.
Buona visita alla galleria.